“Dottore! Perché da quando il mio bambino cammina non dorme come prima?!”
Spesso i pediatri che accolgono i genitori dei bambini intorno all’anno di età si sentono rivolgere questa domanda.
Un momento così tanto atteso dalle mamme e dai papà che però nasconde delle inaspettate sorprese! E in poco tempo, solo un anno di vita, quanti grandi cambiamenti affronta il nostro piccolo… Da neonato passa ad essere un bambino che sgambetta in giro per la casa.
Che enorme conquista è per lui riuscire a staccarsi e “prendere il volo” con le sue sole gambe, senza nessun appoggio, senza nessun aiuto di mamma e papà. Proprio tutto l’entusiasmo che ne consegue determina una componente importante che influenza il sonno del bambino!
Adesso il piccolo esplora con più facilità il mondo fantastico che lo circonda. Si arrampica, raggiunge degli oggetti posti in alto, è più veloce negli spostamenti, ha una prospettiva nuova. Inoltre adesso può allontanarsi gioioso dai genitori e poi corrergli incontro! Insomma, al momento della nanna il “piccolo esploratore” sembra voler dire: “Mamma, perché devo fare una cosa tanto noiosa come dormire, dato che c’è un universo che attende le mie scoperte?!”
E proprio quando il piccolo, forse con fatica, si è addormentato, nel cuore della notte può continuare la sua sperimentazione, da bravo scienziato. E così ci si ritrova con il bambino che balza in piedi nel lettino e non ha proprio più intenzione di addormentarsi! Quindi sicuramente questa è una fase critica della crescita. Infatti viene messa in gioco la difficoltà di separarsi, sia dal mondo esterno che dai genitori.
Allora cosa rimane da fare per potere tornare a dormire tranquillamente?
Una utile risposta si trova proprio nel tema del distacco. Cosa si può fare?
- Fare dei giochi durante il giorno in cui ci si separa e ci si riavvicina per brevi periodi; per esempio fare il “gioco del cucù”.
- Nel momento in cui ci si allontana dal bambino, anche da una stanza all’altra della casa, salutarlo e avvertirlo che per un po’ non ci sarete nel suo campo d’azione. In questo modo lui imparerà cosa aspettarsi. Voi non sparirete dal suo mondo, cosa alquanto angosciante, ma gli mostrerete che di voi ci si può fidare! In altre parole, quando comunicate che ritornerete, questo avverrà e sarete di nuovo lì per lui.
- Rendere attivo il piccolo, prima di andare a letto, nella separazione dalle attrattive diurne, quindi aiutarlo a salutare il mondo di giochi. Questo permette al bambino di “scegliere” di accomiatarsi e non di subire, in modo passivo, l’allontanamento.
- Aiutarlo a distaccarsi da voi genitori, con un giocattolo, un peluche (oggetto transizionale) che lo accompagnerà nei momenti notturni, in cui non sarete subito presenti, e a cui lui potrà rivolgersi in modo immediato.
- Informare il bambino che dopo un po’ sarà il momento di andare a letto, quindi passare in modo graduale dalla veglia alla nanna, tenendo delle attività pre-sonno tranquille e consolidando i rituali della buona notte e del buon riposo.
Naturalmente sarà importante che anche il genitore possa vivere il distacco in modo tranquillo. Vedere il proprio figlio che cresce e diventa autonomo suscita orgoglio ma può anche richiamare il vissuto individuale di separazione e le difficoltà ad esso correlate.
Comunque il momento in cui il proprio bambino inizia a camminare rimane un momento unico e irripetibile per l’intera famiglia!
Dott.ssa Daniela Barone – Psicologa, Psicoterapeuta
“Da quando cammina non dorme più!!!” Cosa si può fare?
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