“Sono gemelli!!!”. Molti genitori riferiscono che di fronte a questa notizia la gioia è stata doppia; ma per alcuni aspetti anche le preoccupazioni… “Quale scelta fare per il parto?”, “Come gestire l’allattamento?”, “E la nanna?”
Come prima cosa, è importante ricordarsi che i gemelli, ancor prima che gemelli sono individui con bisogni e vissuti unici. Tuttavia non si può non tener conto che fin dal concepimento si trovano a condividere lo stesso spazio e a sperimentare una vicinanza speciale.
Quali consigli per favorire il buon sonno dei gemelli e dei loro genitori?
Oltre a quelli validi per tutti i bambini, alcuni studi hanno dimostrato l’utilità della pratica di co-bedding. Tale pratica consiste nel far dormire i bambini nello stesso lettino.
Un accenno sui gemelli nati pretermine è doveroso. Questo poiché le gravidanze multiple hanno un rischio 10 volte maggiore di parto pretermine rispetto alle nascite singole.
Molte problematiche legate al sonno dei gemelli sono dovute alla prematurità. Alcuni esempi? Uno stomaco più piccolo che richiede una distanza breve tra un pasto e l’altro e quindi comporta più risvegli; un’immaturità del sistema nervoso che rende difficile elaborare gli stimoli dell’ambiente e pertanto lasciarsi andare serenamente al sonno. Se il tempo passato in unità speciali per neonati è stato prolungato, più facilmente il sonno sarà disturbato dai numerosi cambiamenti dell’ambiente. Pertanto sarebbe utile ricreare a casa alcuni aspetti sperimentati in ospedale (ad es. luci soffuse, rumori attutiti…); questo per permettere ai piccoli di ritrovare dei riferimenti rassicuranti. Un aspetto che influisce sul sonno dei gemelli nati pretermine è la temperatura ambientale. I bambini che vengono messi a dormire insieme raggiungono più facilemente un equilibrio termico. Hanno, quindi, minori difficoltà di sonno.
Da uno studio randomizzato è emerso che il co-bedding in incubatrice e culla migliora il recupero fisiologico dei neonati gemelli nati pretermine.
Tornando, invece a parlare anche di situazioni “fisiologiche”,
il co-bedding è utilizzato maggiormente nei primi mesi di vita dei gemelli e diviene sempre meno consueto con il crescere dell’età. Inoltre, sembra favorire schemi di sonno sincroni e una maggiore facilità di accudimento, senza tuttavia avere come vantaggio un tempo più lungo di sonno per i genitori.
Nessuno dei timori emersi dai genitori rispetto al co-bedding, quali il rischio di un eccessivo riscaldamento, le paure legate al soffocamento o la preoccupazione che i bambini si disturbino a vicenda, è stato avvalorato dagli studi.
La posizione più adottata è quella piedi contro piedi. Ne esistono, tuttavia, molte altre: testa contro testa, testa a piedi, ecc. Se si decide per la prima si può scegliere di utilizzare un solo lenzuolino ed una sola copertina con la riversina da entrambe le parti; oppure si può scegliere di fornire un sacco nanna ciascuno; ciò, con il vantaggio che i bambini non si scopriranno, non rischieranno di sottrarsi l’un l’altro la coperta e non vi potranno scivolare sotto.
D’altro canto, è importante quando si si parla di co-bedding tener conto delle norme per un “sonno sicuro”. La Task Force Nazionale Pediatrica CRI consiglia di “far dormire i bambini nella stanza dei genitori, ma non nel letto con loro o in quello dei fratelli”.
Questo permette a ciascun piccolo di usufruire di un proprio spazio, pur mantenendo una vicinanza tale da consentire la stimolazione tattile, olfattiva e uditiva, che può riattivare memorie uterine rassicuranti.
Diverse sono le possibilità su dove e come far dormire i propri piccoli; a ciascuno la scelta che sente migliore per la propria famiglia, nell’ascolto di sé e dei propri bambini.
Dott.ssa Elisa Cozzi – Psicologa e Psicoterapeuta