I risvegli notturni spesso preoccupano molto i genitori, per le numerose ripercussioni che hanno nel contesto della vita quotidiana, nelle relazioni e sul benessere generale di tutta la famiglia. I disturbi del sonno nell’infanzia riguardano circa un bambino su tre.
Risvegli notturni fisiologici
Dobbiamo ricordare che tutti i bambini si svegliano diverse volte di notte. Ciò avviene soprattutto nel primo anno di vita per vari motivi:
- tra un ciclo e l’altro del sonno quando ancora non hanno imparato a legare i vari cicli;
- all’interno dello stesso ciclo quando passano dalla fase di sonno profondo a quella REM, la fase di sonno leggero;
- perché sognano;
- in alcune fasi della crescita.
Nel caso dei risvegli notturni fisiologici, i bambini per lo più si riaddormentano da soli.
Risvegli notturni problematici
Quando bambini dopo i 4-6 mesi di età continuano a svegliarsi ripetutamente di notte, anche se non hanno più bisogno di mangiare come nei primi mesi di vita, allora possiamo parlare di risvegli notturni problematici. Questi possono essere problematici a seconda di quanto tempo il bambino ci mette a riaddormentarsi. In virtù di questo tempo i risvegli influiscono sulla quantità di sonno e quindi sulla serenità del bambino.
Se un bambino si riaddormenta da solo, tanto che spesso i genitori non si accorgono neppure che si è svegliato, oppure in breve tempo, il risveglio per lui può non essere problematico.
I genitori spesso cercano di consolare il bambino offrendo del cibo o da bere o concedendogli attenzioni per aiutarlo a riprendere il sonno. Quelli che svegliandosi non riescono più a riaddormentarsi, possono avere problemi di altro genere che si possono scoprire con una buona diagnosi sul sonno.
Dal punto di vista dei genitori, i risvegli notturni sono problematici nella misura in cui il loro sonno viene interrotto. La problematicità aumenta perché il sonno dell’adulto risulta più o meno frammentato sia dai tentativi di riaddormentamento del piccolo, ma anche dal fatto che qualcuno, se risvegliato, può faticare a riprendere il sonno interrotto.
Tra i risvegli problematici ci sono anche i risvegli precoci di bambini che sono particolarmente mattinieri. Allo stesso modo di chi si sveglia più volte durante la notte, possono ridurre le ore del sonno del genitore influenzandone la serenità.
Risvegli notturni problematici, cosa fare?
Ogni bambino è diverso per cui non si possono dare “indicazioni e consigli” validi per tutti. Ciascuna famiglia troverà la soluzione più adatta al proprio bambino e nucleo familiare.
Volendo parlare in generale, potrebbe essere utile:
- Non intervenire al minimo rumore. Capita spesso che dopo pochi secondi il piccolo si riaddormenti da solo,con il ciuccio, una coccola o una carezza.
- Riposo dei genitori. È importante che anche il genitore sia sufficientemente riposato dopo la notte. Questo, per evitare che insorgano altre problematiche dovute a stanchezza e a possibili emozioni negative. Per esempio, il pensiero di non essere un buon genitore per le difficoltà di addormentamento che emergono; oppure il timore di possibili ripercussioni nelle relazioni. Non dormire mina la serenità di tutta la famiglia!
- Non lasciar piangere il bambino. Per stare bene è importante riconoscere i bisogni del piccolo e il pianto è l’unico modo che ha per comunicarceli.
- Riconoscere i propri bisogni. E’ importante saper chiedere aiuto al partner o ai consulenti sul sonno, se serve, in modo da verificare se sia possibile risolvere le difficoltà o almeno riconoscerle e accettarle, condividendole e prendendosi carico delle emozioni a esse collegate.
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