La coppia nel corso della sua esistenza si trova ad affrontare diversi eventi critici. Si definiscono con questa espressione le diverse prove che mettono in discussione gli equilibri raggiunti fino a quel momento dalla coppia, sul piano delle relazioni e dei vissuti emotivi.
L’arrivo e la gestione di un figlio rientrano in uno di questi eventi critici. Tali eventi, attraverso grandi cambiamenti, verificano la tenuta della coppia; in altre parole la rafforzano o fanno emergere un conflitto latente o che viene eclissato, se i bisogni e le richieste inascoltate vengono spostate altrove.
Quando le cose vanno bene, la coppia cresce; quando le cose non vanno come dovrebbero, la coppia esplode o si allontana.
Crescere un figlio richiede che vengano messi in atto comportamenti volti all’accudimento e protezione; ma anche azioni che spingano all’autonomia (in ogni fase della vita di nostro figlio, coerentemente all’età e tappe di sviluppo, ne seminiamo continuamente). Questo per consentire al nostro bambino un armonico sviluppo della sua personalità.
Quando una coppia è distante o è “scoppiata”, al figlio si fanno richieste proprie e improprie, in modo più o meno consapevole; richieste di vicinanza, affetto, comprensione, attenzione, conferma del proprio valore, ecc… Una parte di richieste è naturale rivolgerla al figlio, ogni tipo di relazione dà risposta a dei bisogni; ma se tutto quello che il nostro compagno o compagna non ci dà lo richiediamo a nostro figlio, questo diventa improprio.
Quando il conflitto tra i partner resta latente o si esterna, le richieste di sopperire alle mancanze si possono riversare sul figlio.
Il sonno agitato del bambino
La notte è il momento metaforico e di reale separazione, nel corso della quale si rielaborano i vissuti e le esperienze del quotidiano; è in questo momento che il bambino può esprimere e lasciare andare il peso di queste richieste, quando sono eccessive.
I troppi pensieri spesso non lasciano fare dei tranquilli riposi agli adulti; perché non dovrebbero agitare i sonni dei bambini che li manifestano in modo più corporeo e meno consapevole?
Se il nostro bambino ha il sonno agitato e tante strategie messe in atto non funzionano, è importante interrogarsi sulle priorità e sui nostri reali bisogni.
Dobbiamo domandarci se stiamo rivolgendo prevalentemente a nostro figlio conferme di noi come:
- persona (bisogno di sentire che ho un valore, di riconoscimento);
- compagna o compagno (bisogno di essere amati, di sicurezza, di sostegno, di accettazione incondizionata);
- non solo giustamente come madre (bisogno di sentirmi importante nel prendermi cura di qualcun altro, di tenerezza).
Se ci rendiamo conto che questi bisogni il nostro partner non li appaga più, è possibile che stiamo sovraccaricando il rapporto con nostro figlio e anche attraverso il suo sonno agitato lui possa mostrarcelo.
Probabilmente è il caso di affrontare i nostri carichi emotivi per alleggerire il nostro bambino e il suo sonno; così riusciremo ad accompagnarlo in un percorso di crescita che risponda ai suoi reali bisogni, rendendolo sicuro e felice.
Giovanna Loconte
Psicologa Psicoterapeuta
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